Chetoconazolo
Scheda osilodrostat
Chiara Sabbadin
Unità di Endocrinologia, Dipartimento di Medicina, Università di Padova
Meccanismo d’azione
Osilodrostat è un potente inibitore della sintesi del cortisolo che agisce sulla 11β-idrossilasi surrenalica, con conseguente accumulo di precursori, tra cui l’11-deossicortisolo. Il calo della concentrazione plasmatica di cortisolo stimola di riflesso la secrezione di ACTH, che accelera la biosintesi di steroidi, inclusa quella di androgeni.
Farmaco-cinetica
Rapido assorbimento per os (picco plasmatico a 1 ora), l’emivita stimata è di 4 ore e lo stato stazionario sembra raggiunto entro il secondo giorno di trattamento.
L’eliminazione è principalmente per metabolismo epatico, con contributo di vari citocromi e della glucuronidazione; il principale prodotto metabolico ha emivita più lunga di osilodrostat, contribuendo all’accumulo nell’assunzione BID.
In caso di insufficienza renale, non è necessario aggiustamento della dose.
In caso di insufficienza epatica:
- con compromissione lieve (Child-Pugh A): nessun aggiustamento dose;
- compromissione moderata (Child-Pugh-B): riduzione dose iniziale (1 mg x 2/die);
- compromissione epatica severa (Child-Pugh-C): 1 mg/die preferibilmente alla sera.
Indicazioni
In Italia negli adulti per il trattamento della CS endogena.
Contro-indicazioni
Insufficienza corticosurrenalica primaria
Non deve essere usato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Preparazioni, via di somministrazione, posologia
Commercializzato in compresse rivestite con film da 1, 5 o 10 mg, in confezioni da 60 compresse (Isturisa®).
Il farmaco va assunto per via orale, solitamente con dose iniziale di due compresse da 1 mg x due volte al giorno (ogni 12 ore circa); in pazienti di origine asiatica è possibile partire con dosi inferiori (1 mg x 2/die).
In base alla risposta al trattamento (cortisolo libero urinario e cortisolo sierico/plasmatico), la dose potrà essere aumentata gradualmente (con piccoli incrementi di dose di 1 o 2 mg ad intervalli non < 1-2 settimane) fino alla dose massima raccomandata di 30 mg x 2 volte/die, con dose di mantenimento usuale tra 2 e 7 mg x 2 volte/die.
In caso di segni/sintomi suggestivi di iposurrenalismo, può essere valutata la temporanea sospensione/riduzione della dose o instaurata parallelamente una terapia glucocorticoide a scopo sostitutivo (“block and replace”).
Effetti collaterali
Insufficienza surrenalica: fondamentale riconoscerne i segni e i sintomi (debolezza, astenia, anoressia, nausea, vomito, ipotensione, iperkaliemia, iponatremia, ipoglicemia), in modo da ridurre o sospendere temporaneamente la terapia e/o introdurre una terapia steroidea sostitutiva.
Capogiri, cefalea, ipotensione, astenia.
Vomito, nausea, diarrea, dolori addominali.
Acne, irsutismo.
Avvertenze per l’utilizzo
- Osilodrostat può causare un allungamento del QTc, per cui si raccomanda di eseguire un ECG prima dell’inizio del trattamento, entro una settimana dall’inizio del trattamento e, successivamente, come clinicamente indicato. Cautela in caso di condizioni concomitanti che predispongano all’aumento del QTc.
- Ipokaliemia, ipocalcemia e ipomagnesiemia vanno corrette pre-terapia; opportuno il monitoraggio periodico degli elettroliti.
- Alcuni pazienti con malattia di Cushing hanno presentato progressione del tumore corticotropo in corso di terapia: se tale evenienza compare alla RM, va considerata la sospensione di osilodrostat.
Limitazioni prescrittive
Classe A. Ricetta ripetibile (RRL). Medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti endocrinologi o internisti.
Scheda glucagone
Giuseppe Lisco
UO di Endocrinologia, Malattie del Metabolismo e Nutrizione Clinica, Ospedale A. Perrino, Brindisi
Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Sezione di Medicina Interna, Geriatria, Endocrinologia e Malattie Rare, Scuola di Medicina, Università di Bari Aldo Moro
(aggiornato 26 ottobre 2021)
Elementi di fisiologia
Il glucagone è un ormone peptidico composto da 29 residui aminoacidici (1), sintetizzato e increto dalle alfa-cellule delle isole di Langherans a seguito di un processo di clivaggio seriato (pre-pro-glucagone --> pro-glucagone --> glucagone) (2).
La concentrazione sierica di glucagone oscilla tra 50 e 100 ng/L e la sua emivita è breve. La secrezione è:
- stimolata da esercizio fisico, digiuno prolungato, ingestione di proteine e ipoglicemia;
- soppressa da iperglicemia (attraverso il feed-back negativo esercitato dall’insulina) (2).
L’ipoglicemia riduce il flusso di glucosio nell’alfa-cellula, che si associa a ridotta produzione di ATP, che, a sua volta, determina rallentamento dell’attività di trasporto dei canali del potassio ATP-dipendenti. Ne consegue rallentato flusso di potassio in direzione extra-cellulare, che determina depolarizzazione dell’alfa-cellula, cui corrisponde attivazione dei canali voltaggio-dipendenti, che aumentano l’afflusso intra-cellulare di sodio e calcio. L’aumento della concentrazione intra-cellulare di calcio porta al rilascio dei granuli secretori di glucagone (3).
Meccanismo d’azione
A livello epatico, il glucagone lega il suo recettore, con conseguente attivazione intra-cellulare di adenilciclasi, formazione di cAMP e successiva attivazione di protein-chinasi A cAMP-dipendente, responsabile dell’attivazione della glicogenolisi. L’azione è molto potente: 1 mmol di ormone può rapidamente decomporre 3000 mmol di glicogeno. L’efficacia del glucagone è massima in presenza di sufficienti livelli di glicogeno a livello epatico.
Oltre a questa, il glucagone promuove la gluconeogenesi epatica a partire da substrati alternativi, come aminoacidi e glicerolo. In aggiunta, il glucagone stimola l’attività lipasica, con idrolisi dei trigliceridi in acidi grassi e glicerolo, successiva ossidazione degli acidi grassi e formazione di corpi chetonici.
Il glucagone rallenta la motilità gastro-intestinale, entro 1 minuto dalla somministrazione ev o 5–15 minuti dalla somministrazione im. L’azione si protrae, rispettivamente per circa 5–15 minuti, o 10–40 minuti.
Indicazioni terapeutiche
Trattamento dell’ipoglicemia severa in pazienti con diabete mellito di tipo 1 o di tipo 2 insulino-trattati.
Inibizione della motilità gastro-enterica durante indagini diagnostiche a carico dell’apparato gastro-intestinale in pazienti adulti.
Preparazioni, via di somministrazione, posologia
GlucaGen® e GlucaGen HypoKit® (contiene anche la siringa per la somministrazione): polvere liofilizzata di glucagone cloridrato 1 mg e solvente per soluzione iniettabile. Eccipienti: lattosio monoidrato (107 mg per ml di soluzione); acido cloridrico; sodio idrossido; acqua per preparazioni iniettabili. Se refrigerata (+4°C), la molecola mantiene la stabilità fino alla data di scadenza riportata sulla confezione; a temperatura ambiente (< 25°C), la stabilità è di 18 mesi. La somministrazione è per via sottocutanea/intramuscolare. Prima della somministrazione, la soluzione di glucagone va ricostituita per poi essere utilizzata immediatamente senza possibilità di conservazione del prodotto. La posologia indicata per il trattamento dell’ipoglicemia severa è di 1 mg eventualmente ripetibile, ridotta a 0.5 mg (1/2 fiala) in caso di età < 6 anni e/o peso < 25 kg.
Baqsimi® polvere somministrabile mediante un erogatore spray mono-dose direttamente nella cavità nasale. Eccipienti: beta-ciclodestrina (E459); dodecil-fosfocolina (agente surfattante). Non necessita di refrigerazione ma va conservato a temperatura non > 30°C. Il contenitore monodose va mantenuto chiuso fino al momento dell’utilizzo all’interno dell’apposita pellicola protettiva, così da evitare che il glucagone possa deteriorarsi a causa dell’esposizione a radiazioni solari ed umidità. La somministrazione non richiede alcuna preparazione prima dell’utilizzo. La posologia è di 3 mg. Grazie alla formulazione precostituita e a un dispositivo maneggevole, Baqsimi® può essere somministrato rapidamente ed efficacemente anche da persone poco addestrate (4). La congestione nasale e l’uso di decongestionanti nasali non alterano la farmacocinetica di Baqsimi® (5).
Sotto il profilo farmacocinetico, il glucagone è metabolizzato principalmente a livello epatico e renale (60%), la sua clearance è molto rapida (10 mL/kg/min) e l’emivita plasmatica è di circa 5-6 minuti. Dopo la somministrazione di una dose, il tempo mediano alla concentrazione plasmatica massima varia da 15 a 20 minuti. Dal punto di vista farmacodinamico, l'effetto sulla concentrazione di glucosio ematico compare entro 10 minuti ed il successo terapeutico (aumento della glicemia > 70 mg/dL o > 20 mg/dL rispetto al nadir glicemico raggiunto durante l’evento ipoglicemico) viene normalmente raggiunto in 12–15 minuti circa (6-8).
La dose di glucagone necessaria a inibire la motilità di stomaco, duodeno e tenue è 0.25–0.5 mg ev oppure 1 mg im; per inibire la motilità del colon è 0.5–0.75 mg ev o 1-2 mg im.
Contro-indicazioni
Diagnosi accertata di feocromocitoma, glucagonoma, insulinoma.
Ipersensibilità al principio attivo e/o a qualsiasi eccipiente.
Avvertenze speciali, precauzioni di impiego, interazioni
Popolazione pediatrica: nessuna avvertenza da segnalare.
Popolazione di età > 65 anni: l’impiego è da considerarsi sicuro ed efficace.
Gravidanza e/o allattamento: non sono stati condotti studi clinici specifici, ma è noto che il glucagone non attraversa la barriera emato-placentare e che l’eliminazione attraverso il latte materno è trascurabile.
Insufficienza renale grave: nessuna avvertenza da segnalare.
Insufficienza epatica: non è richiesto alcun aggiustamento posologico, ma è possibile che la somministrazione di glucagone possa indurre una risposta anti-ipoglicemica insufficiente in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica per ridotta efficienza della gluconeogenesi e basse riserve epatiche di glicogeno.
Patologie cardio-vascolari: potrebbe indurre aumento di frequenza e gittata cardiaca, con potenziale aumento transitorio di pressione arteriosa (9). Va utilizzato con cautela in pazienti con tachiaritmie e ipertensione arteriosa non ben controllata (10).
Interazioni farmacologiche:
- indometacina: accelera la clearance del glucagone e potrebbe ridurne l’efficacia;
- warfarin: il glucagone può aumentare l’effetto anti-coagulante attraverso una soppressione della sintesi di vitamina K a livello epatico (11).
Effetti collaterali
Molto comuni (> 1/10):
- neurologici: cefalea, transitoria alterazione dell’olfatto;
- gastro-intestinali: nausea e vomito;
- respiratori (Baqsimi®): prurito nasale, tosse, rinorrea, epistassi.
Comuni (1/10 - 1/100):
- aumento pressione arteriosa.
- bruciore, prurito (localizzato), iperemia congiuntivale;
- prurito cutaneo;
- transitoria alterazione del gusto.
- bruciore, arrossamento, prurito nella sede di inoculazione (GlucaGen®).
Limitazioni prescrittive
GlucaGen®: prescrivibile in fascia A mediante ricetta medica ripetibile (10 volte in sei mesi). Rimborsabilità riconosciuta in pazienti con diabete mellito ad alto rischio di ipoglicemia severa.
Baqsimi®: prescrivibile in fascia A mediante ricetta medica ripetibile.
Bibliografia
- Glucagon (consultato 11/1/21).
- Rix I, Nexøe-Larsen C, Bergmann NC, et al. Glucagon physiology. Endotext (aggiornato 16/7/19).
- Gaisano HY, Macdonald PE, Vranic M. Glucagon secretion and signaling in the development of diabetes. Front Physiol 2012, 3: 349.
- Yale JF, Dulude H, Egeth M, et al. Faster use and fewer failures with needle-free nasal glucagon versus injectable glucagon in severe hypoglycemia rescue: a simulation study. Diabetes Technol Ther 2017, 19: 423-32.
- Guzman CB, Dulude H, Piché C, et al. Effects of common cold and concomitant administration of nasal decongestant on the pharmacokinetics andpharmacodynamics of nasal glucagon in otherwise healthy participants: A randomized clinical trial. Diabetes Obes Metab 2018, 20: 646-53.
- Glucagon for injection. ID: 4248984.
- Rickels MR, Ruedy KJ, Foster NC, et al. T1D Exchange Intranasal Glucagon Investigators. Intranasal glucagon for treatment of insulin-induced hypoglycemia in adults with type 1 diabetes: a randomized crossover noninferiority study. Diabetes Care 2016, 39: 264-70.
- Sherr JL, Ruedy KJ, Foster NC, et al; T1D Exchange Intranasal Glucagon Investigators. Glucagon nasal powder: a promising alternative to intramuscular glucagon in youth with type 1 diabetes. Diabetes Care 2016, 39: 555-62.
- Petersen KM, Bøgevig S, Riis T, et al. High-dose glucagon has hemodynamic effects regardless of cardiac beta-adrenoceptor blockade: a randomized clinical trial. J Am Heart Assoc 2020, 9: e016828.
- Peterson CD, Leeder JS, Sterner S. Glucagon therapy for beta-blocker overdose. Drug Intell Clin Pharm 1984, 18: 394-8.
- Koch-Weser J. Potentiation by glucagon of the hypoprothrombinemic action of warfarin. Ann Intern Med 1970, 72: 331-5.
Scheda sali di fosfato
Indicazioni
Reintegrazione
Controindicazioni
Insufficienza renale
Per uso ev
Potassio fosfato 2 mEq/mL:
- 10 mL (Bioindustria LIM, Galenica Senese, Monico, SALF)
- 30 mL (Bioindustria LIM)
Levulosio 1,6 difosfato: Esafosfina (0.5 g/10 mL, 5 g/50 mL, 10 g/100 mL)
Per uso orale
Sodio fosfato dibasico/potassio (Reducto-spezial*): ogni cp contiene 612 mg 8+ 360 mg di potassio)
Soluzione di Joulie: miscela di acido fosforico e bifosfato sodico, 50 mg/mL
Phosphate Sandoz*: cp effervescenti da 500 mg (+ 3.1 mEq di K)
*disponibili in Svizzera
Limitazioni prescrittive
No
Scheda naltrexone/bupropione
Maria Carpentieri
SOC Endocrinologia, Malattie del Metabolismo e Nutrizione Clinica, ASUI, Udine
Meccanismo d’azione
L’azione sul calo ponderale è data dalla sinergia del meccanismo di azione dei suoi principi attivi.
Il bupropione è un inibitore della ricaptazione della dopamina e della noradrenalina che a livello del nucleo arcuato stimola i neuroni a rilasciare alfa-MSH; i neuroni della POMC rilasciano anche ß-endorfina, che svolge un feed-back negativo sui neuroni della POMC stessa. A seguire l’alfa-MSH si lega ai recettori MC4 nel nucleo para-ventricolare, inducendo a cascata l’aumento della spesa energetica e la riduzione dell’introduzione di cibo.
Il naltrexone è un antagonista del recettore per gli oppioidi che blocca il feed-back negativo esercitato dalla ß-endorfina, consentendo così una più protratta stimolazione dei neuroni della POMC.
Indicazioni
In aggiunta a uno stile di vita adeguato (dieta ipocalorica e attività fisica), per la gestione del peso negli adulti (≥ 18 anni) con BMI:
- ≥ 30 kg/m2 (obesi);
- ≥ 27 kg/m2 (sovrappeso) in presenza di una o più comorbilità correlate al peso (ad es. diabete di tipo 2, dislipidemia o ipertensione).
Controindicazioni assolute
- Ipertensione arteriosa in scarso controllo
- Storia di convulsioni attuali o pregresse
- Neoplasia del sistema nervoso
- Astinenza da alcool o benzodiazepine
- Disturbo bipolare
- Storia pregressa o attuale di bulimia o anoressia nervosa
- Dipendenza cronica da oppiacei o sindrome acuta da astinenza di oppiacei
- Somministrazione contemporanea di inibitori delle mono-aminossidasi (IMAO). Fra l'interruzione del trattamento con IMAO e l'inizio del trattamento con naltrexone/bupropione devono trascorrere almeno 14 giorni
- Compromissione epatica severa
- Insufficienza renale allo stadio terminale
Confezioni disponibili
Mysimba 8 mg/90 mg, 28 compresse a rilascio prolungato (confezione per avvio terapia).
Mysimba 8 mg/90 mg 112 compresse a rilascio prolungato.
Posologia
All'inizio del trattamento, la dose va incrementata gradualmente, nell’arco di almeno 4 settimane:
- 1° settimana: una compressa al mattino;
- 2° settimana: una compressa al mattino e una compressa alla sera;
- 3° settimana: due compresse al mattino e una compressa alla sera;
- dalla 4° settimana in poi: due compresse al mattino e due compresse alla sera.
In caso di comparsa di nausea o altri effetti collaterali minori, aspettare qualche settimana in più per eseguire i vari aumenti di posologia.
Le compresse vanno deglutite intere con acqua, meglio se a stomaco pieno.
Se non viene presa una dose, non prendere una dose aggiuntiva, ma prendere la dose successiva prescritta all’ora abituale.
Effetti collaterali frequenti
Molto comuni: nausea, vomito, stipsi, cefalea.
Comuni: capogiro, tremore, ansia, bocca asciutta, palpitazioni, aumento frequenza cardiaca, aumento pressione arteriosa, vampate di calore.
Precauzioni
Il trattamento deve essere interrotto dopo 16 settimane se non si è avuta una perdita di perso pari almeno al 5% del peso iniziale.
Suicidio e comportamento suicidario: alcune metanalisi di studi clinici su pazienti in terapia con bupropione per depressione hanno mostrato un aumento del rischio di comportamenti suicidari in pazienti < 25 anni. Negli studi clinici controllati condotti fino a 56 settimane con naltrexone/bupropione per il trattamento dell’obesità nei soggetti adulti, non sono stati segnalati suicidi o tentativi di suicidio. Dati post-commercializzazione segnalano eventi di suicidalità (compresa l’ideazione suicidaria) in soggetti di tutte le età. La terapia deve essere pertanto associata a un’attenta supervisione, in particolare nei pazienti ad alto rischio, soprattutto all’inizio del trattamento e in seguito a modifiche del dosaggio. I pazienti devono essere avvertiti della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamenti o pensieri suicidari o cambiamenti inusuali del comportamento, e di rivolgersi immediatamente al medico se compaiono questi sintomi.
Interazioni: usare cautela nell’uso concomitante con farmaci che interferiscono con il citocromo P450, CYP2B6 (ticlopidina, ritonavir, fenitoina) e CYP2D6 (tamoxifene, anti-depressivi triciclici, SSRI, ß-bloccanti).
Anziani: utilizzare con cautela in pazienti di età > 65 anni, non raccomandato in pazienti > 75 anni.
Malattia cardio-vascolare: è previsto un modico rialzo pressorio nelle prime settimane di avvio della terapia. Non è nota la sicurezza in pazienti con storia recente di infarto miocardico, cardiopatia instabile di classe III o IV NYHA o insufficienza cardiaca congestizia. Usare con prudenza in pazienti con malattia coronarica attiva o anamnesi di malattia cerebro-vascolare, o con familiari deceduti per morte improvvisa.
Compromissione renale: non è necessaria riduzione della dose in pazienti con compromissione renale lieve. Con compromissione renale da moderata a severa non superare le 2 cp/die. Controindicato in pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale.
Compromissione epatica: se lieve, non superare le 2 cp/die; se moderata non raccomandato, se grave controindicato.
Limitazioni prescrittive
Medicinale a totale carico del paziente, soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.
Scheda resine a scambio cationico
Indicazioni
Iperpotassiemia
Polistirensolfonato
Polvere per sospensione orale e rettale, flac 450 g (Kayexalate)
Per via orale 1 misurino (15 g) in una piccola quantità d'acqua, x 3-4 volte al giorno
Per via rettale 30 g sospesi in 150-200 mL di acqua o glucosio al 10%, per clistere, 1-2 volte al giorno