Dominique Van Doorne
L'ipotiroidismo è un quadro clinico dovuto alla riduzione degli ormoni tiroidei in circolo. E' una patologia molto frequente, in particolare nel sesso femminile e negli anziani.
Quali sono le cause?
Le principali sono rappresentate da:
- tiroidite cronica autoimmune, nota anche come tiroidite di Hashimoto;
- pregressi interventi chirurgici di asportazione, totale o parziale, della tiroide;
- pregressa somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento dell’ipertiroidismo;
- impiego di farmaci anti-tiroidei (propiltiouracile, metimazolo), o di farmaci in grado di interferire con la funzione tiroidea (es. amiodarone e litio);
- carente introduzione di iodio con gli alimenti;
Molte delle cause indicate nell'elenco sopra riportato sono iatrogene, cioè riconducibili a trattamenti chirurgici o medici che comportanto l'asportazione totale o parziale della tiroide o il blocco funzionale della ghiandola: in tutti questi casi l'ipotiroidismo costituisce un risultato atteso ed è facilmente prevenibile qualora il paziente si sottoponga ai controlli medici stabiliti.
La tiroidite autoimmune è una condizione oggi estremamente frequente nella popolazione generale, in particolare nel sesso femminile: si calcola che tale problema arrivi a interessare il 10-20% delle donne di età superiore ai 50-60 anni. Fortunatamente, in molti casi l'ipotiroidismo si sviluppa tardivamente e in modo estremamente lento e graduale: per molti anni la tiroidite determina infatti minime alterazioni della funzionalità tiroidea, che nella maggior parte dei pazienti non si associano a sintomi di rilievo (ipotiroidismo subclinico). Il riconoscimento precoce di tale condizione è tuttavia importante per anticipare l'evoluzione alla fase sintomatica della malattia e perché può provocare negli anni un aterosclerosi precoce.
La grave carenza alimentare di iodio, in grado di causare ipotiroidismo, è un'eventualità rara; tuttavia va sottolineato che nella popolazione italiana in genere l'apporto iodico è tendenzialmente insufficiente. Di qui l'avvio di programmi di prevenzione, stabiliti da un apposita legge sulla iodoprofilassi del 2005, basati sull'impiego di sale iodato. Si tratta di sale fortificato con iodio, facilmente reperibile in tutti i punti di vendita, il cui impiego non presenta sostanziali controindicazioni. Il consumo di sale iodato assicura l'introduzione giornaliera di una dose fisiologica di iodio, equivalente al contenuto di iodio in 150-200 grammi di pesce di mare. In gravidanza il fabbisogno di iodio deve essere incrementato (250-300 µg al giorno), per garantire una corretta funzione della tiroide fetale. E' opportuno usare un integratore con iodio, perché l'assunzione di 250 µg di iodio alimentare è possibile solo con un consumo quasi quotidiano di pesce di mare.
Quali sono i sintomi dell'ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo si associa in modo caratteristico ad un rallentamento generalizzato delle funzioni corporee. Si osserva un rallentamento dell’attività fisica e di quella mentale, della funzione cardiovascolare, di quella gastrointestinale e di quella neuromuscolare.
I sintomi tendono ad apparire gradualmente, nell'arco di un lungo periodo di tempo. Il rallentamento del metabolismo negli anziani viene considerato un cambiamento naturale dovuto all'età; pertanto, una condizione di ipotiroidismo senile risulta spesso misconosciuta.
I sintomi tipici dell’ipotiroidismo sono:
- sensazione di freddo
- stanchezza a carattere ingravescente
- depressione, apatia
- sonnolenza diurna, anche dopo aver dormito tutta la notte
- difficoltà di concentrazione e di memoria
- aumento di peso in genere di grado modesto
- stipsi
- cute secca
- gonfiore del viso
- voce rauca
- capelli secchi e fragili
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi di ipotiroidismo si fa effettuando un prelievo di sangue per misurare la concentrazione di TSH, che risulta elevato, e di FT4 che è spesso al limite inferiore della norma nelle forme lievi oppure francamente ridotto nelle forme conclamate. Nel caso di un lieve aumento del TSH (tra 2.5 e 5.5), associato ad FT4 nei limiti, si parla di ipotiroidismo subclinico. Questa condizione necessita di essere trattata farmacologicamente soprattutto nella donna in età fertile al fine di evitare un ipotiroidismo in gravidanza, condizione quest'ultima in grado di compromettere lo sviluppo neuropsichico del bambino.
La diagnosi di Tiroidite Cronica Autoimmune è possibile grazie al riscontro di anticorpi positivi anti-TPO e/o anti-tireoglobulina; il dosaggio di tali anticorpi è necessario nella fase di inquadramento clinico iniziale, mentre la ripetizione del dosaggio nel tempo non fornisce in genere informazioni di utilità clinica.
Come si cura l'ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo viene curato con la somministrazione di ormone tiroideo (principalmente tiroxina). Si tratta pertanto di un trattamento sostitutivo, perché il paziente assume la quantità di ormone che la tiroide non è più in grado di produrre autonomamente.
L'assunzione della tiroxina avviene per bocca, al mattino a digiuno, almeno 30 minuti prima della colazione. Si inizia con una piccola dose, destinata ad essere gradualmente aumentata finché non si ottiene una normalizzazione del TSH (prova che è stata raggiunta la dose appropriata).
L'assunzione di tiroxina in compresse o in soluzione è praticamente priva di effetti collaterali. Gli effetti collaterali descritti nel foglietto illustrativo sono riconducibili all'eventuale sovradosaggio della tiroxina.
Stabilita la dose necessaria, è sufficiente controllare la funzionalità tiroidea una volta all'anno. Il semplice dosaggio del TSH è in genere sufficiente per tale valutazione.
La comparsa di malattie acute o croniche intercorrenti, in particolare a carico del tratto gastrointestinale, o variazioni rilevanti del peso corporeo possono rendere necessari aggiustamenti del dosaggio. In questi casi è suggeribile ricontrollare il livello di TSH e, se necessario, modificare il dosaggio della tiroxina.