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Dominique Van Doorne

 

La maggior parte delle persone sottoposte a tiroidectomia totale per carcinoma tiroideo dovrà sottoporsi alla terapia con iodio radioattivo (definita “Terapia Ablativa” o "Terapia Radiometabolica"). Poiché lo Iodio-131 emette radiazioni che hanno un raggio di azione limitato a pochi millimetri, la dose di radiazioni somministrata all’organismo è relativamente piccola ed è specificamente concentrata nel tessuto tiroideo, sia normale che tumorale. Lo Iodio-131 è quindi in grado di distruggere efficacemente le cellule tiroidee sfuggite all’intervento chirurgico, senza recare danni importanti al resto dell’organismo.

La terapia consiste semplicemente nell'assunzione – da effettuare in genere una sola volta – di una o due capsule contenenti il radioisotopo (Iodio-131), che andrà a concentrarsi nei residui di tessuto tiroideo ancora presenti nell’organismo dopo l’operazione.

Un eccessivo contenuto di iodio nell’organismo potrebbe “diluire” l’effetto della somministrazione di Iodio-131. Per questo motivo verrà consigliata una breve lista di alimenti, cosmetici e farmaci da evitare nel periodo precedente il trattamento. Se è stata eseguita una TAC con mezzo di contrasto (ricco di iodio) è opportuno aspettare almeno 3 mesi. (vedi Dieta a basso contenuto di iodio)

Dopo la terapia,  il dosaggio della tireoglobulina (marcatore della presenza di cellule tiroidee nel corpo) diventerà uno strumento prezioso per monitorare nel tempo la malattia e le eventuali, anche se rare, recidive.

 

Cosa fare se è richiesta la sospensione della terapia con tiroxina?
Il trattamento con tiroxina (L-T4) deve essere sospeso 30-40 giorni prima del trattamento.
La tiroxina può essere per un certo periodo sostituita con un altro ormone tiroideo (L-T3 o Ti-Tre) che rimane meno a lungo in circolo.
Non si devono sospendere altri trattamenti in corso, salvo rare eccezioni (amiodarone e litio), compreso il calcio e la vitamina D se ancora necessarie.
La dose di L-T3 verrà leggermente ridotta se vi sono problemi cardiaci o psichiatrici.
All’incirca 15 giorni prima del trattamento con radioiodio si sospende la terapia con L-T3. Nella seconda settimana possono iniziare i sintomi dovuti all’ipotiroidismo: stanchezza, fastidio muscolare, sonnolenza, freddo, pelle secca, stipsi, lieve apatia e depressione. Questi sintomi sono fastidiosi ma transitori: passeranno poco tempo dopo il trattamento radiometabolico, quando si riprende il trattamento ormonale sostitutivo con L-T4.

 

Ricovero in reparto di Medicina Nucleare
Per eseguire il trattamento, la legislazione Europea richiede il ricovero in un reparto di Medicina Nucleare perché, nei primi giorni dopo l'assunzione della dose di radioiodio, il corpo elimina, attraverso le urine, le feci, la saliva e la sudorazione, una gran parte della dose somministrata, che non è stata trattenuta dalle cellule tiroidee residue.
E' importante portare tutta la documentazione medica che riguarda sia la patologia tiroidea recente sia lo stato di salute generale. Prima del trattamento verranno controllati l’emocromo, la funzionalità epatica e renale, il TSH, gli ormoni tiroidei, la tireoglobulina, gli anticorpi anti-tireoglobulina e, nelle donne in età fertile, la beta-HCG per escludere eventuali gravidanze in corso. La determinazione della ioduria (la quantità di iodio nelle urine) permette di verificare se è stata rispettata la dieta povera di iodio. In alcuni casi si effettua anche un’ecografia del collo (se non recentemente eseguita).
Dopo la somministrazione della dose di radioiodio, è richiesto il ricovero in “regime di isolamento”, per limitare i contatti interpersonali con persone non trattate e permettere lo smaltimento differenziato delle acque nere. La durata del ricovero è breve (2-4 giorni) e dipende dalla dose somministrata e dal controllo dosimetrico alla dimissione; questo controllo permette di verificare l'avvenuta eliminazione della maggior parte dello iodio non captato dal residuo tiroideo. L'isolamento non è assoluto: durante il ricovero è possibile comunicare con le persone all'esterno mediante un videocitofono e il personale addetto può entrare nella stanza per brevi periodi. Per favorire l’eliminazione dello iodio viene raccomandato l’uso di diuretici, lassativi e di caramelle al limone che aumentano l'eliminazione di iodio con la saliva e riducono il rischio di infiammazione delle ghiandole salivari. Ogni tipo di informazione pratica relativa alla degenza e al periodo successivo (es. trattamento di indumenti, stoviglie, posate, ecc.) viene fornita prima del ricovero dal personale della struttura che eroga il trattamento.
Dopo pochi giorni dal trattamento si esegue una scintigrafia "total-body", che valuta cioè tutto il corpo, per controllare le sedi di captazione dello iodio e valutare l’estensione del tessuto residuo e della malattia. Immediatamente dopo si ricomincia la terapia sostitutiva con L-T4.

 

Effetti collaterali da radioiodio
Gli effetti indesiderati dello iodio sono rari, lievi e transitori e dipendono dalla dose somministrata e dall’entità del residuo cervicale. I più frequenti sono:

  • mal di gola e raucedine, del tutto transitori
  • infiammazione delle ghiandole salivari; nei giorni seguenti il trattamento il senso del gusto può essere alterato e può comparire una sensazione di bocca asciutta. Anche questi disturbi sono in genere transitori e scompaiono nel corso di alcune settimane. Tuttavia anche a distanza di mesi dal trattamento possono verificarsi episodi di infiammazione acuta di una o più ghiandole salivari, con gonfiore e dolore intensi, tali da richiedere trattamenti specifici: può essere necessario l’uso di anti-infiammatori o raramente di cortisone. In alcuni pazienti anche le ghiandole lacrimali possono andare incontro a lieve infiammazione complicata da eventuale ostruzione dei dotti
  • vomito: bisogna chiamare il personale infermieristico e lasciare che il personale addetto si occupi della pulizia degli ambienti contaminati
  • mal di testa: si può prendere un anti-dolorifico
  • diarrea o stipsi: l’alvo deve essere regolare (almeno un’evacuazione al giorno) altrimenti è opportuno prendere un lassativo; la diarrea è abitualmente di lieve entità, ma in caso contrario i medici prescriveranno i trattamenti idonei
  • stanchezza: è bene riposare. In caso di insonnia si può chiedere ai medici un aiuto farmacologico.

L’allergia al radioiodio è rarissima e si presenta con difficoltà respiratorie, brividi, febbre, prurito e rash cutaneo.
Il trattamento con Iodio-131 espone ad una dose di radiazioni così limitata che il rischio di indurre una nuova futura neoplasia è assente, a meno che non si debba ricorrere a dosi molto alte e ripetute per tumori particolarmente estesi o aggressivi.
Il trattamento con radioiodio non compromette la fertilità. L'unica precauzione consigliata è di aspettare 6 mesi prima di concepire per la donna e almeno due mesi per l'uomo. Lo svolgimento della gravidanza dopo questo periodo di attesa è assolutamente normale.

 

Rientro a casa
Durante il ricovero la maggior parte dello iodio radioattivo viene eliminato, ma è opportuno continuare a seguire piccole precauzioni per i successivi 15 giorni, secondo le indicazioni che vengono fornite dal personale del centro.