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Cinzia Sacchetti
AFaDOC (Associazione famiglie di Soggetti con Deficit dell’Ormone della Crescita, Sindrome di Turner ed altre patologie)

 

L’adolescenza è un momento della vita molto importante per ciascun individuo, che non può essere vista unicamente come fase di transito tra infanzia e vita adulta, ma come un periodo del ciclo vitale in cui avvengono grandi processi di trasformazione, che investono sia la dimensione mentale che corporea, le relazioni con gli altri e col mondo.
Noi adulti pensiamo agli adolescenti in molti modi: come creature inquiete, diffidenti e in guerra col mondo adulto; oppure li pensiamo insicuri, in cerca di identità, bisognosi di comprensione e sostegno.
Gli adolescenti sono gli uni e gli altri, su di loro e sui loro comportamenti a rischio è stato scritto molto e altrettanto si potrebbe scrivere ancora …
Le trasformazioni fisiologiche, con l’irrompere delle pulsioni sessuali, rendono così intense le sensazioni interne, difficilmente traducibili in pensieri concreti e spesso vissute come incontenibili, che spesso i ragazzi vivono in uno stato di diffusa irritazione, con l’impressione di non riuscire a fare la cosa giusta, di essere inadeguati, di non capire veramente cosa si vuole da sé e dagli altri.
I ragazzi non parlano spontaneamente del loro corpo, ma esso parla per loro attraverso il modo di presentarsi, che va dall’abbigliamento agli atteggiamenti, spesso esibiti in modo provocatorio: trucchi pesanti e stravaganti, abiti di gusto particolare, segni, tatuaggi, orecchini e piercing.
A questa esibizione di alcuni si contrappone una scarsa disinvoltura e un profondo disagio del proprio corpo in altri, come succede alla maggior parte degli adolescenti della nostra associazione, con problemi legati alla bassa statura in entrambi i sessi e con problemi estetici nelle ragazze con sindrome di Turner, spesso fonte di profondo disagio psicologico o addirittura di severe depressioni.
Abusi alimentari, fumo, bevande, mancanza di sonno, sono talvolta gli eccessi con cui gli adolescenti si misurano nelle loro prove di crescita. Tutte queste condotte, apparentemente molto diverse tra loro, sono definite comportamenti adolescenziali a rischio, in quanto hanno la caratteristica comune di poter compromettere nell’immediato o a lungo termine il benessere fisico, psicologico e sociale dell’individuo.
La graduale emancipazione dai genitori e la ricerca di nuovi modelli è un processo che genera facilmente inquietudine emotiva e disorientamento, perché determina la perdita di quei riferimenti stabili su cui il soggetto si è sostenuto durante tutta l’infanzia e la necessità di impegnarsi a costruire un personale progetto di vita. La sofferenza dell’adolescente può assumere forme e direzioni diverse, a seconda delle caratteristiche della sua personalità e dalla possibilità di fruire di un supporto adeguato da parte del proprio ambiente. Una modalità attraverso cui il giovane può esprimere il disagio è proprio lo sviluppo di un comportamento deviante o sintomatico, il quale assume la funzione di comunicare la sofferenza, il senso di disorientamento o il bisogno di modificare una situazione interiore.
Ecco allora che la sperimentazione, fino all’abuso, di alcool e droghe può rispondere al bisogno, tipicamente adolescenziale di affermazione e sperimentazione di sé (nuovi stati di coscienza, sensazioni fisiche ed emozioni prima sconosciute).
Allo stesso modo, il digiuno cui si sottopone l’adolescente anoressica rappresenta il tentativo estremo di dare forza e autonomia a un’identità fragile e precaria, attraverso il controllo estremo dell’immagine corporea.
E ancora, i comportamenti socialmente devianti, come il vandalismo e le condotte delinquenziali, o la guida pericolosa, assolvono il bisogno di trasgressione e di superamento dei limiti, ed esprimono l’impulso di andare contro le regole e le leggi del mondo adulto. Parallelamente, l’adozione di molti di questi comportamenti in un contesto di gruppo testimonia l’esigenza del giovane di accrescere il riconoscimento di sé, la reputazione e la popolarità all’interno del gruppo dei pari.
A differenza di queste tipologie di adolescenti, le problematiche maggiormente presenti nei ragazzi con malattia cronica seguiti dall’associazione A.Fa.D.O.C. ed in particolare nelle ragazze con sindrome di Turner, sono di tipo relazionale, con poche amicizie anche in ambito scolastico e lavorativo, dovute alla scarsa auto-stima che si riflette nelle relazioni con i pari e con l’altro sesso e, nei casi più estremi, può determinare un certo grado di ritiro sociale. Spesso le ragazze con sindrome di Turner vivono a lungo a casa con i genitori, o hanno lavori che non sono all’altezza del loro buon livello di istruzione. In adolescenza è incrementato il rischio di sviluppo di disturbi d’ansia e del tono dell’umore in senso depressivo. In questo periodo, infatti, aumenta la consapevolezza della propria condizione e il vissuto di “diversità” può pesare maggiormente nel difficile compito della costruzione della propria identità, il gruppo dei pari è desiderato e temuto, e spesso viene a mancare proprio questo elemento significativo nella propria crescita; il corpo, dovrebbe iniziare a diventare sessualmente connotato e potenzialmente fertile, segnando simbolicamente l’ingresso nel mondo adulto, e invece ci si trova a fare i conti con un corpo che non riesce a svilupparsi spontaneamente e che, in molti casi non potrà generare come il corpo adulto della propria madre.
Compito dei genitori è cercare di cogliere i segnali di questi disagi, se non di prevenirli, sostenendo le proprie bambine fin dall’infanzia, in modo che possano accettare la loro condizione di giovani adulte, acquisendo una sempre maggior consapevolezza, come tutti del resto, di limiti e risorse personali.
Altro difficile compito del genitore è di mantenere il giusto equilibrio nelle relazioni con e tra i figli, senza fare pesare ai figli sani i problemi dei figli malati e viceversa, incoraggiando i secondi a costruirsi un’identità propria, all’esterno delle mura domestiche.

  • Fabbrini A, Melucci A. L’età dell’oro. Adolescenti tra sogno ed esperienza. Feltrinelli 2000.
  • D’Aprile R. Adolescenza e sindrome di Turner. Il rapporto con se stessi, il rapporto con i genitori, i rapporti con la scuola. 2012.