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Dominique Van Doorne

 

L’ecografia tiroidea è un esame basato sulla capacità dei tessuti di riflettere gli ultrasuoni emessi da una sonda elettronica fatta scorrere sulla superficie del collo. I segnali che ritornano all’apparecchio ecografico vengono elaborati da un programma informatico, che ricostruisce le immagini anatomiche delle strutture del collo. Si tratta di un esame sicuro, privo di effetti collaterali o di controindicazioni, che non comporta l'impiego di radiazioni.

L’ecografia tiroidea è estremamente utile per definire in modo accurato: a) il volume della ghiandola, b) la presenza di eventuali quadri di infiammazione, c) la presenza di noduli e le loro caratteristiche. La descrizione dettagliata dei noduli da parte dell'ecografista esperto in patologie tiroidee permette di decidere quando effettuare l’agoaspirato tiroideo con ago sottile.

L’agoaspirato viene eseguito in posizione sdraiata, con la testa estesa all’indietro su un cuscino (con qualche fastidio per le persone che soffrono di artrosi cervicale) e non necessita di digiuno né di anestesia locale. Si inserisce un ago molto sottile all’interno del nodulo (in genere sotto guida ecografica) e si aspirano le cellule che successivamente vengono strisciate e fissate su un vetrino per la lettura citologica. La durata della manovra è estremamente breve; il dolore è di grado lieve o moderato e ben sopportabile. Solo raramente, dopo l’esame, può comparire un dolore più intenso e protratto; in questo caso, i comuni analgesici e anti-infiammatori sono efficaci a controllarlo completamente. Il rischio di danni alle strutture vitali del collo (vene, arterie, nervi) è pressochè assente se viene utilizzata la guida ecografica e se gli operatori sono esperti. In una piccola percentuale di casi (meno del 5%) possono formarsi piccoli ematomi all’interno della tiroide, dolenti ma destinati a riassorbirsi spontaneamente in pochi giorni. È comunque opportuno leggere attentamente e sottoscrivere il modulo di consenso informato fornito prima dell’esecuzione dell’agoaspirato per conoscerne l’utilità e i limiti diagnostici (vedi consenso informato)

Il citopatologo esperto in patologia tiroidea, oltre a dare una descrizione citologica dettagliata, definisce la lesione inserendo una classe denominata Tir (o Thy nei paesi anglosassoni). La classificazione in 5 classi (Tir 1-5) facilita l'interpretazione dei dati citologici.

  • La lesione benigna (85% dei casi) viene classificata come Tir 2.
  • Se il numero di cellule sui vetrini è troppo scarso per permettere al citologo di formulare una diagnosi, il risultato viene classificato come Tir 1. In questi casi ( 5-10% degli agoaspirati), può essere opportuno ripetere l'agoaspirato a distanza di almeno un mese.
  • In alcuni noduli, a causa del tipo di cellule che li compongono, l'agoaspirato può fornire un risultato indeterminato (classe Tir 3). Questi noduli, spesso definiti come "lesioni follicolari" sono benigni nell'80-85% dei casi e maligni nel restante 15-20%. Per questa ragione, il risultato Tir 3 suggerisce di valutare l'opportunità di un intervento chirurgico, o in alternativa, di seguire nel tempo il nodulo con estrema attenzione. Talvolta, se il TSH è basso ed il nodulo è grande, una scintigrafia tiroidea può aiutare a dirimere tra nodulo benigno e nodulo sospetto.
  • Le classi Tir 4 e Tir 5 indicano il sospetto o l'evidenza citologica di tumore tiroideo e rendono necessario procedere all'intervento chirurgico.